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I calzini del Cardinale

Racconti


Le storie

Il sipario del primo racconto si apre sull’umbratile atmosfera di un’antica tabaccheria di Genova, meta abituale di Ugo Pastorino, l’ancor giovane pensionato che non riesce a fumare sigarette diverse dalle sue amate Gitanes. Dopo trent’anni di duro lavoro sulle navi mercantili, Ugo trascorre le sue anonime giornate nei vicoli adiacenti al Porto Antico, finché una singolare coincidenza lo costringerà a navigare in un mare a lui sconosciuto, quello dei sentimenti.
Nel secondo racconto, un paio di calzini rossi sarà il medium scelto dal destino per portare a maturazione la sessualità di un giovane meccanico in crisi esistenziale.
«Figlia del lavoro di un padre nobile e di una madre puttana», è la definizione della Coop da parte di un manager quando scopre come la politica sfrutti lavoratori e soci. Nella storia successiva, sempre dalla vena politica dell’Autore, una famosa frase dell’inno di Mameli sintetizza l’ardita soluzione del Premier per salvare l’Italia dal declino economico.
Segue il racconto dell’imminente suicidio di un giovane baciato dalla sorte, indotto a riflettere sul senso del suo proposito dal fortuito evento di una festa rionale.
Il giallo che chiude la raccolta inizia con un’improvvisa moria di uomini politici: una catena di decessi che fa gridare al complotto, benché siano tutti morti a causa di un ictus.
Molto diversi tra loro i protagonisti dei racconti, ma simile la geometria dello sguardo con cui sono narrati e l’approccio alla dinamica psicologica degli eventi.

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Senza filtro

In quel caldo pomeriggio di luglio, mentre percorre i vicoli dell’angiporto di Genova diretto in tabaccheria, il cinquantenne Ugo Pastorino non immagina cosa stia per accadergli a causa del vizio di fumare sigarette francesi senza filtro.
“Genovese di origine protetta”, come lui ama definirsi, Ugo è nato in via della Maddalena, nell’omonimo quartiere del centro storico dove tuttora risiede. Figlio unico, a soli vent’anni perse entrambi i genitori e per sopravvivere s’imbarcò sulle navi mercantili. Trent’anni dopo è un pensionato che vive nella vecchia casa dei genitori, non ha relazioni di alcun genere e le sue giornate scorrono tranquille, orfane di qualsiasi scopo tranne la sopravvivenza. Il cinematografo non gli piace perché non può fumare; di teatri neanche a parlarne. Un uomo semplice Ugo Pastorino, che per svagarsi si accontenta di qualche Campari scecherato col Gin e la marchetta settimanale con una prostituta: la donna perfetta per il suo stile di vita solitario, fino al giorno in cui, consegnandogli la stecca di Gitanes, il tabaccaio dice qualcosa che gli sconvolgerà la vita:
… «Sono aumentate» avvisò il tabaccaio porgendogli il resto.
Ugo sorrise e scosse appena il capo, come a dire che non gli importava. «Sono care lo so, ma non riesco a fumarle le altre…» mugugnò per tacitare le proteste della sua anima genovese.
«È la stessa cosa che mi ha detto l’altra» osservò il tabaccaio. «Lo sa che siete solo voi due a comprarle?»…

 Egon Schiele - Woman with Long HairI calzini del Cardinale

«Monsieur italien, avez vous des problèmes?»
“Puttana”, penso fissando la mia immagine nello specchio senza muovermi di un millimetro.
Il tono di scherno della donna mi scuote dal torpore ipnotico indotto dalla vista del mio corpo nudo. L’occhio mi cade nuovamente su i calzini rossi, ultimo legame con la storia che mi ha condotto in questa situazione assurda; io che ho sempre considerato le prostitute come carne malata, adesso…
Inizia così il racconto di Giulio, il meccanico che aspira a diventare ufficiale di coperta; una storia ricavata da un quaderno di appunti del 1975, ambientata nella vecchia nave mercantile dove Camuffo da Chioggia, il motorista, contrabbandiere nonché famoso pescatore di spigole, farà da mentore al giovane protagonista. Altra figura chiave nei turbamenti evolutivi di Giulio è Peppinella, il Diversamente Uomo che seduce i membri dell’equipaggio con caldi e croccanti panini appena sfornati, imburrati e farciti col prosciutto riservato al Comandante.
Solo l’imbarco sopra una nave mercantile poteva condurre allo stesso crocevia i personaggi di questa storia, il microcosmo nel quale i flussi di un’arcana meccanica celeste mischiano le carte al protagonista costringendolo a navigare nelle agitate acque delle sue convinzioni.

L’Italia s’è desta

Cosa potrà mai inventarsi il discusso Leader politico e Primo Ministro per essere annoverato tra i “grandi” della Storia?
Tra le tante idee pervenute alla commissione di mitologi incaricata di soddisfare le ambizioni del Leader, lo stesso ha scelto quella che ha ritenuto più rappresentativa della sua prorompente personalità. A proporla è stato uno psicologo di Messina, anche se, dal breve estratto della sua lettera che segue, alcuni dei più stretti collaboratori del Leader hanno dichiarato che potesse trattarsi di una presa in giro:
…Dunque, tornando al “che fare” tanto caro ai sofferenti di emorroidi, l’equazione chiave è: Divertimento uguale Soldi; quindi, facciamo dell’Italia la capitale mondiale del divertimento!
Intanto lei, precursore geniale come sempre, si è abilmente portato avanti col lavoro, e all’estero sorridono quando si parla dell’Italia. Adesso però, basta con gli spettacoli promozionali gratuiti! Si liberi di quella banda di coglioni da cui è circondato e faccia lavorare il territorio…

Blog_rossoscuroquasineroRosso scuro quasi nero

Il manager protagonista del racconto, confida a un collaboratore e amico lo strano sogno che ha fatto pochi giorni dopo essere tornato dall’Assemblea nazionale delle Sezioni Soci Coop:
Mi trovavo in alto, forse sulla sommità di una collina e ammiravo stupito un’immensa distesa di sabbia disseminata di piramidi simili a quelle egizie: erano tutte uguali, nere e scintillanti come gioielli di ossidiana che brillavano nel sole di mezzogiorno; tutte uguali tranne una che sembrava avere la base di un colore rosso acceso, che si manteneva tale fino a metà altezza per poi scurire verso l’alto fino a divenire quasi nero.
Nel sogno, mi stavo chiedendo cosa potessero essere quelle piramidi quando ero stato svegliato dal profumo del caffè…

All’accusa bonaria dell’amico di essere andato a letto ubriaco, il manager ha risposto interpretando l’allegoria rappresentata nell’immagine:
«Le piramidi nere sono le grandi aziende, le multinazionali che si arricchiscono sfruttando i bisogni dei poveracci come noi. Quella rossa invece, quella che scurisce verso l’alto fino a diventare nera, è la Coop…»

Egon SchieleQuasi quasi vivo

Ettore Vinciguerra potrebbe essere annoverato tra i baciati dalla fortuna: alto, longilineo, con un bel naso dritto di proporzioni perfette rispetto all’ovale del viso, anch’esso bello a vedersi e impreziosito dai bellissimi occhi ereditati dal padre: celesti, luminosi, penetranti. Anche la madre si era prodigata per donare il meglio di sé a quel figlio, nato da un amore durato solo poche settimane, il tempo sufficiente ad accorgersi di aver sposato la persona sbagliata. Dalla madre, Ettore aveva preso le sopracciglia fini e perfettamente arcuate e le labbra sottili ma piene, che si aprivano come un morbido sipario su un sorriso che ispirava un’immediata fiducia, qualcosa d’infantile nell’espressione del volto che lo rendeva ancora più attraente. Se ai doni della genetica aggiungiamo un’intelligenza brillante e una istintiva predisposizione all’allineamento empatico, forse era riduttivo definirlo un “baciato dalla Fortuna”. Nel caso di Ettore, pareva proprio che la figlia di Hermes e Afrodite non si fosse accontentata solo di un bacio, facendolo nascere in una famiglia ricca, colta e di ampie vedute.
Nonostante tutti quei doni della sorte, qualcosa però non aveva funzionato nella sua ancora breve vita, perché il racconto inizia con Ettore che ha predisposto tutto per il proprio suicidio, ed è in attesa dell’ora prescelta per attuarlo…
Quasi quasi vivo, oltre che il titolo del racconto inserito nella raccolta, è un’idea che s’insinua nella mente di Ettore la sera stessa in cui ha deciso di farla finita con la vita; un dubbio che non sarà generato da scrupoli religiosi o dalla paura della morte, ma da qualcosa di così banale e volgare da indurlo a riflettere sulla sua decisione.

Quando partiamo?

[…] Al funerale del Segretario di Stato Vaticano parteciparono ambasciatori, primi ministri e presidenti da tutto il mondo. Stampa e telegiornali associarono quella morte improvvisa ai dodici uomini politici deceduti negli ultimi tre mesi, tutti accomunati dalla stessa causa del decesso: ictus fatale.
Il primo a morire fu un esponente di primo piano della scena politica, un giovane poco più che trentenne; sano e forte, come confermò l’autopsia, e con un perfetto sistema cardiocircolatorio. I medici non riuscirono a dare una spiegazione plausibile di come si fosse formato il trombo che lo aveva ucciso, tantomeno a formulare uno straccio d’ipotesi. Quello che sconcertò l’equipe incaricata di analizzare quella catena di morti sospette, fu appurare che il trombo si era formato nello stesso punto a tutti e tredici i soggetti: l’arteria cerebrale media.
Quando un patologo di fama mondiale ipotizzò qualcosa di anomalo in quella catena di decessi, alcuni media gridarono al complotto. Seguirono indagini a tutto campo per scoprire se quelle morti fossero riconducibili a un oscuro disegno criminale, ma nonostante gli investigatori avessero passato al setaccio la vita e le frequentazioni delle vittime, solo l’appartenenza al mondo politico li accomunava.
L’indagine transitò dalle scrivanie dei pesi massimi dell’Intelligence a quelle dei pesi medi; infine, constatata la totale assenza d’indizi, il dossier fu centralizzato nella Banca Dati del Ministero degli Interni. Tutte le forze di polizia furono mobilitate nel tentativo di far luce su quello che si presentava come un caso insolubile ma invano, finché il caso comparve sulla scrivania di uno sconosciuto capitano dei Carabinieri distaccato in un Corpo speciale che, di “speciale”, aveva il solo scopo di “parcheggiare“ i raccomandati eccellenti e isolare le teste calde che non rispettavano le regole imposte dal potere.