Palermo 22 dicembre 2010
Non pensavo potesse accadere. Lo conosco da più di trentacinque anni e mi ero abituato a considerarlo solo una presenza, non sempre gradita, che prendeva il mio posto quando ero troppo stanco per reggere il mare.
Qualcosa è cambiato: non so cosa e nemmeno perché, anche se sono determinato a scoprirlo.
Non è più solo una presenza: Lui è diventato un soggetto dotato di libero arbitrio che scrive delle storie; le mie storie e la novità rispetto a ieri, è che lo fa senza chiedere il permesso di renderle note agli altri.
È andata così ma ne riparleremo.
Non c’è altro di cui parlare. Piaccia, oppure no, le cose accadono e tutti i perché di questo mondo non servono a cambiarle. Non c’è niente da capire, amico mio, e non dipende dalla vecchiaia ma da quello che ci differenzia: io ho molte cose da raccontare e la voglia di farlo; Tu, invece, hai tirato la carretta dal giorno che ti sei detto che era tuo dovere farlo e adesso sei stanco; troppo stanco per opporre le tue ragioni. E poi, te lo devo dire, le tue ragioni faccio più fatica a capirle che a condividerle. Forse non te ne si accorto, ma sono passati trent’anni da quando mi hai chiuso nella cabina di prua. In questi anni mi hai fatto salire sul ponte quando non ce la facevi a governare la barca o ti sentivi solo; poi, quando la burrasca passava, mi rispedivi nella mia cabina. Ti ricordi vero quello che mi dicevi chiudendo la porta: “Tranquillo, scrivi le tue storielle, che un giorno serviranno a qualcosa…”
Bene, ti ho lasciato fare per tutto questo tempo perché i cuccioli dovevano crescere; adesso dovranno cominciare a cavarsela da soli.
Rassegnati, passa la mano e goditi il meritato riposo. Hai tutta la mia stima, per quello che può valere…
Grazie per la stima e anche grazie di considerarmi un amico, nonostante io abbia fatto di tutto per impedirti di essere ciò che sei. Voglio chiarire una cosa però: non è vero che ti chiamavo sul ponte solo quando ero nei guai o mi sentivo solo… Lo sai che non hai mai cessato di rappresentare un altro modo di vedere le cose; una voce di contrappunto ai miei pensieri che mi aiutava ad accorgermi delle note stonate, delle false melodie che cantano i venditori di fumo. Fino a ieri, ero l’unico che poteva udirti; adesso Tu sei stanco di stare sottocoperta, io di apparire sempre e solo di profilo.
Benvenuto a bordo. A te la ruota del timone e… Cazzi tuoi.
Intanto, visto che sei disoccupato, datti da fare e molla gli ormeggi; per quanto riguarda i cazzi, vederemo se saranno solo miei…
Quello che mi piace di quell’uomo è che ti dice la verità nuda e cruda; anche se lo paghi.
E poi si sorprende di avere pochi amici…