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Pier Paolo Pasolini

Avermi accolto in seminario quando mia madre non aveva di che sfamarmi, anche se il problema non poteva essermi addebitato solo perché esistevo, è comunque un punto di merito per la Chiesa che non ho dimenticato. Una storia tutt’altro che piacevole ma illuminante: il dubbio che non sia cioccolata tutto quello che avvolgono con la carta argentata è nato in quegli anni…
Un altro merito della Chiesa è la presenza di sacerdoti nelle zone più povere e disastrate del pianeta; e non importa che la “missione” sia stata sfruttata per aumentare il potere delle gerarchie ecclesiastiche: in Africa, nel 1975, i missionari mi hanno salvato la pelle curandomi da una malaria e una dissenteria che non lasciavano scampo.
Sono in debito con i sedicenti seguaci di Cristo; ma forse ho trovato il modo per pareggiare i conti.
La Chiesa è in crisi, e non potrebbe essere altrimenti col pessimo marketing che hanno fatto nei secoli dei secoli: continuano a puntare esclusivamente sul prodotto “Dio”, senza rendersi conto che per quanto la natura sostanziale mantenga ancora una notevole attrattività non hanno adeguato il Paniere degli Attributi all’evoluzione del bisogno nei consumatori. Anche se mi sono ritirato dalla professione, dopo trentanni che studio e pratico il marketing ho imparato abbastanza per offrire al Vaticano una buona consulenza; pro bono, ovviamente, altrimenti, come potrei ripagare la Chiesa per tutto “il bene” che ho ricevuto.
Ecco qua una strategia di marketing nuova di zecca, rivoluzionaria e di sicura efficacia: seguire alla lettera gli insegnamenti di Cristo e, come direbbe Mio cugino Vincenzo, solo e soltanto quelli.
Fossi il Papa, dopo aver imposto il nuovo corso alla gerarchia ecclesiastica attuerei una campagna di comunicazione esplosiva, tale da far sì che ne parli il mondo intero; qualcosa di simile all’Inquisizione ma di segno opposto. L’idea sarebbe di annunciare la “buona novella” con un gesto inequivocabile e ad alto potenziale: riconoscere Pier Paolo Pasolini come un apostolo dell’amore universale; onorare il suo martirio e avviare senza indugi il processo di beatificazione.
Questo è solo il primo passo, quello che tecnicamente si configura come un riposizionamento della missione e dell’immagine sul mercato; poi, seguiranno altri passaggi chiave che descriverò in seguito. L’obiettivo è di raddoppiare in tre anni il numero dei fedeli e aumentare le vocazioni di una percentuale intorno al venti per cento nei primi due anni.
Per la sopravvivenza di questa prestigiosa e preziosa istituzione, mi auguro di ricevere una convocazione in Vaticano.
Continua?