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Come dicono i siciliani, mi sono fatto persuaso che interagiamo con la realtà mediante un’interfaccia multidimensionale sincrona, che codifica ciò che i nostri sensi percepiscono e i relativi elaborati dalla mente. Quello che non sappiamo è come avvenga il processo di elaborazione, quali siano gli Agenti coinvolti e di quale natura e struttura sia il Codice impiegato.
Qualcuno potrà osservare che l’enunciato può risultare difficile da comprendere alla signora della porta accanto. Se è così, la signora ha un problema e le consiglio di passare meno tempo davanti alla televisione e leggere di più; ma anche chi semplifica selvaggiamente la vita in “risultati economici” ha dei problemi: se è ricco e potente, avrà il suo brutto da fare per mantenere il potere necessario a rimanere tale; nel malaugurato caso in cui, invece, nonostante la sua proverbiale attenzione al valore economico di ogni scelta non sia diventato ricco, dietro l’angolo di ogni piccola frustrazione incontrerà lo spettro della crisi che lo attende pronto a ghermirgli l’anima.
Dopo aver riletto la sintesi di un’elaborazione avvenuta nella mia Scatola Nera ho sentito una vocina che ridendo mi sussurrava: «Alla maggioranza delle persone non frega un cazzo di quello che gli accade nella mente. Se vanno fuori di testa, ci sono gli psicologi e gli psichiatri per incollare i cocci…»
Nel 1996, ragionando su quello che Internet avrebbe potuto rappresentare per l’Informazione, ricordo di aver udito quella stessa vocina mettermi in guardia dal perdere tempo con un fenomeno destinato a sopravvivere in una nicchia, in compagnia di pochi e strambi amanti dell’informatica. Quella vocina che possiede gli inconfondibili timbri e toni di voce del genitore di turno, è uno di quei già menzionati Agenti coinvolti nei processi di elaborazione della Scatola Nera. Secondo il mio non autorevole parere di marinaio, per chi non l’abbia già fatto, sarebbe opportuno aprire la stagione di Pesca all’Agente, giusto per scoprire come sono fatti e da chi o cosa siano stati generati. Ne verrebbero fuori delle belle e, purtroppo, anche delle brutte e meschine, ma non c’è altro modo che differenziare la spazzatura se la si vuole eliminare. Una sola avvertenza, la stessa che il dottor Encara raccomanda a un paziente nel libro Les Demoiselles d’Avignon:
«Esci dal ridosso. Affronta il mare aperto. Separa quello che ti spinge in avanti da quello che vorrebbe farti tornare al porto di partenza. Tutto quello che ti porta indietro puoi anche buttarlo a mare, ma accertati sempre che non ci sia amore dentro le cose che getti via…»